ALIMENTA
Rivista di Diritto e Scienze dell'Agricoltura, alimentazione e ambiente
N. 2/21
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PARTE I
SAGGI E APPROFONDIMENTI
Diritto
Allergeni, cross-contamination e trasmissione delle informazioni lungo la filiera: ancora un rebus
Di Paolo Borghi
ABSTRACT:
IT:
Le informazioni “may contain” in etichetta sono sempre più frequenti, avvisando il consumatore della mera possibilità (senza nulla dire circa la probabilità) che all’interno dell’alimento vi siano tracce, significative o infinitesimali, di allergeni non impiegati nella produzione. Quella segnalata è una presenza soltanto eventuale, dovuta – nel caso – a c.d. “contaminazione incrociata”, che le norme sull’informazione al consumatore non obbligano affatto a comunicare: per questo motivo, se si ci si limita a considerare le disposizioni in materia di etichettatura, l’avvertenza è puramente volontaria mentre, d’altra parte, la nozione normativa di “alimento a rischio” esclude che la presenza di un allergene possa, di per sé sola, rendere tale un prodotto (salvo che esso sia espressamente destinato ai soggetti allergici proprio alla sostanza presente). Eppure il mercato (sia nel segmento consumer che in quello professionale), a torto o a ragione, sempre più spesso esige di vedere sulle etichette questo tipo di indicazioni. D’altra parte, il “comune sentire” avverte come poco accettabile (o, quanto meno, anomala) l’idea, suggerita dalle norme citate, che un operatore non si consideri tenuto a informare chi acquista, neppure in quei casi in cui la cross-contamination sia altamente probabile, o addirittura quasi certa, perché emerge dall’analisi dei pericoli aziendali connaturati al tipo di processo produttivo, o da caratteristiche intrinseche delle materie prime utilizzate, o dall’impossibilità tecnica di “isolare” completamente la produzione da possibili fonti di contaminazione. Questo saggio contiene, oltre ad un esame del problema, un tentativo di fornire una soluzione giuridicamente accettabile, che superi le lacune e le apparenti contraddizioni dell’attuale disciplina.
EN:
“May contain” allergens warnings are increasingly found on food labels. They advise consumers simply about the “possibility” that inside a food some traces – no matter if significant or irrelevant – of a certain allergen, although not used in manufacturing the product, may however be present. Still, “may contain” warnings tell the consumers absolutely nothing about the “probability” of such a presence, which is merely possible and – in case – would be due to a “cross-contamination” issue, whose communication is not mandatory under the “Food Information to Consumers” discipline. For this reason, if we just consider the latter, such warnings are merely voluntary, whereas the General Food Law (EU Reg. No. 178 of 2002), in parallel, prevents a food from being legally considered as “unsafe” because of the mere presence of an allergen, in itself (unless the food is intended for consumers that are sensitive to such allergen, of course). And yet, the market (both B2B and B2C) rightly or wrongly demands more and more this kind of indications on food labels. On the other hand, the common feeling considers as slightly unacceptable (or, at least, as “abnormal”) the idea, which is implied by the above mentioned rules, that a food business operator is not obliged to inform the purchaser, even when cross-contaminations are highly probable, or almost certain, as it is clearly emerging from the analysis of the hazards which are inherent to the manufacturing process, or from the intrinsic characteristics of the raw materials used for such productions, or finally from the wellknown technical impossibility of “isolating” the production process from certain recurring sources of contamination. This essay, after examining the problem both from a practical and from a legal perspective, tries to give some suggestions, in order to achieve a legally acceptable solution that overcomes the gaps and the apparent contradictions, which seem to affect the legislation currently in force in the EU.
PAROLE CHIAVE:
Etichettatura, allergeni, informazioni obbligatorie, informazioni volontarie, contaminazioni incrociate
Food labelling, allergens, mandatory information, voluntary information, cross-contamination.
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Il decreto legislativo n. 27 del 2 febbraio 2021: disordine giuridico tra nodi irrisolti e tacite garanzie difensive
di Cinzia Catrini
ABSTRACT:
IT:
È stata posta l’attenzione sulla “saga” che ha interessato l’entrata in vigore del d.lgs. n. 27del 2 febbraio 2021, recante «Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, lettere a), b), c), d) ed e) della legge n. 4 ottobre 2019, n. 117» e alle conseguenze derivate dall’intruso art.18 con particolare riferimento alle problematiche connesse al diritto di difesa; a tal fine l’elaborato analizza anche le principali questioni connesse alle attività di accertamento della conformità dell’alimento/prodotto con particolare riferimento al problema delle garanzie difensive riconducibile alla vexata questio sui prelievi e le analisi di campioni svolti ante processum (e, quindi extra) nell’ambito di attività ispettivoamministrative e nella loro pretesa utilizzabilità in sede processualpenalistica. Necessario è risultato, altresì, soffermarsi sulla riforma delle procedure di verifica che ne è derivata e, dunque, sull’analisi dei nuovi istituti della controperizia – (d.lgs. n. 27 del 27 febbraio 2021, art.7) – e della controversia – (d.lgs. n. 27 del 27 febbraio 2021, art. 8) – analizzandone i possibili rivolti critici sia giuridici che operativi. Infine, volgendosi a riflettere sulla individuazione di una strategia politico-criminale, di ispirazione costituzionale, atta a contrastare l’in-sicurezza alimentare e garantire l’ordine alimentare si è offerta una chiave di lettura sull’opportunità della tentata abrogazione della legge n. 283 del 30 aprile 1962.
EN:
It was particularly relevant the “event” that affected the entry into force of Legislative Decree No. 27 of February 2, 2021, containing “Provisions for the adaptation of national legislation to the provisions of Regulation (EU) 2017/625 according to Article 12, letters a), b), c), d) and e) of Law No. 117 of October 4, 2019” and the consequences deriving from the intruder article 18 whit particular reference to issues related to the right of defence; for this purpose the paper analyses the main issues related to the activities of the conformity assessment of the food/product with particular reference to both the problem of defensive guarantees due to the vexata questio on sampling and analysis of samples carried out ante processum (and, therefore, extra) in the context of inspectionadministrative activities and their alleged usability in procedural criminal law. It was also necessary to dwell on the resulting reform of the verification procedures and, therefore, on the analysis of the new institutes of second expert opinion – (Legislative Decree No. 27 of February 2, 2021, article 7) – and of the dispute – (Legislative Decree No. 27 of February 2, 2021, article 8) – analysing the possible legal and operational critical implications. Finally, reflecting on the identification of a political-criminal strategy, of constitutional inspiration, aimed at combating alimentary in-security and guaranteeing alimentary order, an interpretation was offered on the desirability of the attempted repeal of Law No. 283 of April 30, 1962.
PAROLE CHIAVE:
Controlli ufficiali – recepimento nazionale – analisi – campioni – controperizia – controversia – processo penale – garanzie difensive.
Official controls – national enforcement – laboratory testing – samples– second opinion – dispute – penal proceedings – guarantees for defensive measures
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Cosa resta del giorno. L’adeguamento dell’ordinamento italiano al regolamento UE 2017/625 dopo la legge n. 71/2021
di Daniele Pisanello
ABSTRACT
IT:
Con la legge 21 maggio 2021, n. 71, conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42 si conclude idealmente il travagliato adeguamento dell’ordinamento italiano alle disposizioni di cui al Regolamento UE n. 2017/625, applicabile dal 14 dicembre 2019, in materia di controllo ufficiale e altre attività ufficiali nelle filiere agro-alimentari. Il contributo analizza le correzioni apportate sul piano della legislazione penale alimentare, con il ripristino della vigenza della Legge n. 283/1962, e la riforma della diffida degli illeciti amministrativi agroalimentari e di sicurezza alimentare.
EN:
The law 21 May 2021, n. 71, conversion into law with amendments to the decree-law 22 March 2021, n. 42 ideally concludes the troubled adaptation of the Italian legal system to the provisions of EU Regulation no. 2017/625, applicable from 14 December 2019, on official control and other official activities in the agrifood supply chains. The contribution analyzes the corrections made on the level of the national criminal food legislation, with the restoration of the validity of Law no. 283/1962, and the reform of the injunction of administrative agri-food and food safety offenses.
PAROLE CHIAVE
Sicurezza alimentare; controlli ufficiali degli alimenti e filiere agro-alimentari; adeguamento al Regolamento n. 2017/625/UE; legge n. 283/1962 e regolamento di esecuzione; diffida degli illeciti amministrativi agroalimentari e di sicurezza alimentare.
Food safety; official control in the agri-food supply chains; Italian enforcement of Regulation no 2017/625/EU; Italian criminal food law; injunction of administrative agri-food and food safety offenses.
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Veterinaria
Antimicrobiotico-resistenza e sicurezza alimentare in un’ottica “one-health”: centralità e criticità del ruolo professionale veterinario
di Alfonso Zecconi, Luigi Bonizzi, Roberto Mattina
ABSTRACT
IT:
Il concetto di “One Health” rappresenta lo sforzo congiunto di più discipline che operano a livello locale, nazionale e globale, per il raggiungimento di una condizione di benessere e salute di persone, animali e dell’ambiente stesso. In questo ambito rientra a pieno titolo le azioni di contrasto all’antimicrobicoresistenza (AMR). Questo è un problema comune alla medicina umana e veterinaria che vede coinvolte, loro malgrado, tutte le filiere legati ai prodotti di origine animale che vengono accusate, non sempre a ragione, di essere tra i principali responsabili di questo problema. In questo articolo abbiamo cercato di illustrare in modo sintetico il problema della AMR, delle conseguenze a livello di filiere e del loro ruolo reale. Infine, vengono illustrate le attività che vengono svolte in ambito veterinario, pubblico e privato, per ridurre i rischi correlati, senza ridurre la sostenibilità degli allevamenti e per dare al consumatore le massime garanzie di salubrità dei prodotti anche per quanto riguarda la AMR.
EN:
The concept of "One Health" represents the joint effort of several disciplines operating at local, national, and global level, to achieve a condition of well-being and health of people, animals and environment. The fight against antimicrobial resistance (AMR) is completely under the umbrella of “One Health” approach. AMR is a problem common to human and veterinary medicine which involves all the supply chains linked to foods of animal origin which are accused, not always rightly, of being among the main culprits of this problem. In this article we briefly described the problem of AMR, the consequences at supply chains levels and the real role of this latter ones. Finally, we described the activities carried out by veterinarians from public and private sectors to reduce the AMRrelated risks, without reducing the sustainability of the farms and to give the consumers the maximum guarantees of the safety of the products also for what concerns AMR.
PAROLE CHIAVE
One Health, antimicrobico resistenza, medicina veterinaria, sicurezza alimentare, sostenibilità.
One Health, antimicrobial resistance, veterinary medicine, food safety, sustainability.
PARTE II
NOTE E COMMENTI
Corte di giustizia dell'Unione europea, sentenza 17 dicembre 2020 Causa C‑336/19, Centraal Israëlitisch Consistorie van België e altri, c. Vlaamse Regering
Qui il testo della sentenza >>
Il divieto di macellazione rituale senza previo stordimento all’esame della Corte di giustizia: un difficile bilanciamento tra benessere degli animali e libertà di religione
di Andrea Santini
ABSTRACT
IT:
Nella sentenza Centraal Israëlitisch Consistorie van België e a. la Corte di giustizia ha ritenuto compatibile con il diritto dell’Unione europea, e in particolare con il diritto alla libertà di religione sancito dalla Carta dei diritti fondamentali, la legge fiamminga che impone, nell’ambito della macellazione rituale, il previo stordimento reversibile dell’animale. Nella sentenza, il benessere degli animali viene qualificato come un vero e proprio valore dell’Unione, e la sua tutela viene giustificata anche alla luce dell’importanza che ha assunto nelle società democratiche contemporanee.
EN:
In the judgment Centraal Israëlitisch Consistorie van België e a. the Court of Justice found the Flemish legislation which requires prior reversible stunning in the context of ritual slaughter compatible with EU law, and especially with the right to freedom of religion guaranteed by the Charter of fundamental rights. In the judgment, animal welfare is qualified as a real value of the Union, whose protection is justified also by the importance that contemporary democratic societies have attached to it.
PAROLE CHIAVE
Macellazione rituale – previo stordimento reversibile – benessere degli animali – libertà di religione – margine di apprezzamento statale – Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
Ritual slaughter – prior reversible stunning – animal welfare – freedom of religion – State’s margin of appreciation – Charter of fundamental rights of the European Union.
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Corte di giustizia UE, Sentenza del 6 maggio 2021, causa C-499/18/P Bayer CropScience AG, Bayer AG et. Al. c. Commissione europea
Qui il testo della sentenza >>
Il principio di precauzione a tutela dell’agrobiodiversità
di Clarissa Macchi
ABSTRACT:
IT:
La sentenza del 6 maggio 2021, in causa C- 499/18 della Corte di Giustizia dell’Unione europea risulta a chiusura di una lunga battaglia sull’ utilizzo dei neonicotinoidi – insetticidi – e relativi presunti effetti nocivi sulle api, ed in particolare al divieto di uso e vendita di sementi conciati con prodotti fitosanitari contenenti sostanze attive potenzialmente dannose per l’agrobiodiversità quali il clothianidin, tiametoxam e imidacloprid. Le sostanze attive in questione, noti insetticidi commercializzati dalle ricorrenti, fecero registrare un calo della popolazione delle api in quanto dannose per il loro senso di orientamento e relativa capacità riproduttiva. Al netto dell’evidenze scientifiche disponibili la Commissione adottò misure restrittive al loro utilizzo. Nel richiedere alla Corte l’annullamento del Regolamento di esecuzione (UE) n. 485/2013 sulle condizioni di approvazione delle sostanze attive in esame, l’orientamento seguito dalla Corte nel vietare l’uso delle stesse, conferma la possibilità per la Commissione di riesaminare in ogni momento l’approvazione di una sostanza attiva, sebbene l’incertezza delle evidenze scientifiche disponibili, grazie al ricorso al principio di precauzione volto a tutela dell’ambiente e benessere delle api. Come sottolineato nelle sue motivazioni, la Commissione aveva inoltre diritto di intervento qualora non fosse possibile escludere in toto l’esistenza del rischio, in applicazione del principio di proporzionalità, principio generale del diritto dell’Unione.
EN:
The judgment of 6 May 2021, in case C- 499/18 of the Court of Justice of the European Union, is the conclusion of a long battle over the use of neonicotinoids – insecticides – and their alleged harmful effects on bees, and in particular the ban on the use and sale of seeds treated with phytosanitary products containing active substances potentially harmful for agrobiodiversity, such as clothianidin, thiamethoxam and imidacloprid. The active substances in question, well-known insecticides marketed by the applicants, led to a decline in the bee population because they were detrimental to their sense of direction and relative reproductive capacity. In the light of the available scientific evidence, the Commission adopted measures restricting their use. In appealing to the Court for the annulment of Implementing Regulation (EU) No 485/2013 on the conditions of approval of the active substancesat issue, the reasoning followed by the Court in prohibiting their use confirms the possibility for the Commission to review at any time the approval of an active substance, despite the uncertainty of the scientific evidence available, thanks to the use of the precautionary principle aimed at protecting the environment and the welfare of bees. As pointed out in its judgement, the Commission also had the right to intervene if it was not possible to rule out the existence of the risk entirely, in application of the principle of proportionality, a general principle of EU law.
PAROLE CHIAVE:
Agrobiodiversità – tutela delle api- neonicotinoidi – principio di precauzione – prodotti fitosanitari – criteri di approvazione delle sostanze attive – il concetto di nuove conoscenze scientifiche.
Agro-biodiversity – bees protection – neonicotinoids – precautionary principle – phytosanitary products – approval criteria for active substances – the concept of new scientific knowledge.
PARTE III
DOCUMENTAZIONE
Osservatorio di giurisprudenza alimentare 2/21
a cura di Vito Rubino, Giovanni Stangoni
Delibera congiunta dei Consigli di Amministrazione del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano D.O.P. e del Consorzio per la Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano D.O.P. concernente il sistema di etichettatura a semaforo cosiddetto «nutriscore», approvata il 7/7/2021
Circolare MI.P.A.A.F. del 17.06.2021 – n. Prot. Interno 0278594 - Oggetto: Legge 21 maggio 2021, n. 71. Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto-Legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare
Circolare del Ministero della Transizione Ecologica n. 52445 del 17.05.2021. D.Lgs. 3 settembre 2020, n. 116. Chiarimenti su alcune problematiche connesse all’obbligatorietà dell’etichettatura ambientale degli imballaggi di cui all’art. 219, comma 5 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152