ALIMENTA
Rivista di Diritto e Scienze dell'Agricoltura, alimentazione e ambiente
n. 3/24
INDICE
PARTE I
SAGGI E APPROFONDIMENTI
Diritto
“No safe level” ed etichettatura precauzionale degli alcolici: una questione da affrontare
di Vito Rubino
ABSTRACT:
La recente normativa irlandese sulle avvertenze precauzionali nell’etichettatura degli alcolici ha dato la stura a numerose polemiche in merito al rischio che una eccessiva demonizzazione del consumo di alcolici possa distruggere il mercato di prodotti che da millenni hanno contribuito alla costruzione dell’identità culturale, sociale ed economica dei popoli europei. L’articolo muove da alcuni dati scientifici recenti, che hanno segnalato la difficoltà (se, non, l’impossibilità) di identificare un “safe level of consumption” per valutare se iniziative normative come quella descritta possano essere legittime alla luce del complesso riparto di competenze fra Stati membri e Unione europea in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti, nonché a quali principi debba improntarsi l’azione precauzionale dei legislatori nazionali intenzionati a proteggere la salute dei propri cittadini dal rischio di alcolismo. L’articolo si chiude con alcune riflessioni de iure condendo in merito alle possibilità future di scongiurare i conflitti (giuridici, commerciali e culturali) che questa frammentazione normativa potrebbe determinare, sollecitando il riavvio di un dialogo a livello europeo naufragato nel 2021 allorquando nel Parlamento europeo non è stata raggiunta la maggioranza su una proposta di regolamentazione specifica avanzata dalla Commissione Ue.
EN:
The recent Irish legislation on precautionary warnings in alcohol labeling has sparked numerous controversies regarding the risk that excessive demonization of alcohol consumption might destroy the market for products that have contributed for millennia to the construction of the cultural, social, and economic identity of European peoples. The article draws on recent scientific data, which has highlighted the difficulty (if not the impossibility) of identifying a "safe level of consumption" to assess whether regulatory initiatives such as the one described can be legitimate in light of the complex division of competencies between Member States and the European Union in the field of food labeling, presentation, and advertising, as well as which principles should guide the precautionary actions of national legislators aiming to protect their citizens' health from the risk of alcoholism. The article concludes with some de iure condendo reflections on the future possibilities of avoiding the legal, commercial, and cultural conflicts that this regulatory fragmentation could cause, urging the resumption of a European-level dialogue that collapsed in 2021 when the European Parliament failed to reach a majority on a specific regulatory proposal advanced by the EU Commission.
La blockchain quale soluzione per la tracciabilità alimentare e la certificazione di origine. Il caso del Tartufo bianco pregiato dell’Alto Monferrato
di Marco Guidi
ABSTRACT
L'articolo esplora l'uso della blockchain per la tracciabilità e certificazione dei prodotti alimentari, con focus sul tartufo bianco pregiato dell'Alto Monferrato. Analizza limiti normativi attuali e propone la blockchain come soluzione per migliorare trasparenza, sicurezza e disintermediazione. Si evidenziano vantaggi e sfide tecniche e giuridiche, e si collega il tema ai marchi collettivi e di certificazione per proteggere l'origine geografica e la qualità, valorizzando il patrimonio agroalimentare locale.
EN:
This article explores the use of blockchain for the traceability and certification of food products, focusing on the prized white truffle from Alto Monferrato. It analyzes current regulatory limitations and proposes blockchain as a solution to enhance transparency, security, and disintermediation. Advantages and technical and legal challenges are highlighted, linking the topic to collective and certification marks to protect geographical origin and quality, thereby promoting the value of local agri-food heritage.
Economia
Prime riflessioni intorno al food design e alle ricette d’autore: un impulso per il turismo enogastronomico
di Fabiano De Leonardis e Melissa Capelli
ABSTRACT:
Il prodotto turistico è connaturato da una dimensione esperienziale pura che inizia molto prima del momento vissuto in loco e che vede il coinvolgimento del turista fruitore attraverso tutti i cinque sensi; tra le varie tipologie di offerte turistiche, tuttavia, ne esiste una dove gusto ed olfatto primeggiano su tutti gli altri: il turismo enogastronomico, quale espressione turistica esperienziale in cui i prodotti della filiera enogastronomica diventano specchio delle tipicità di un territorio e quest’ultimo gioca un ruolo centrale all’interno di un’offerta turistica vocata all’autenticità. In questa visione del prodotto turistico, il cibo si inserisce come un’esperienza multisensoriale che non si limita al solo gusto, bensì diventa il frutto di una preparazione estemporanea capace di coniugare tradizione ed innovazione culinaria, al punto di paragonarla ad una vera e propria opera creativa. Traslando il discorso sul piano giuridico, anche le espressioni creative in ambito culinario trovano ristoro nella disciplina della proprietà intellettuale e negli istituti di cui si caratterizza, quali marchi, disegni, brevetti, segreti industriali e diritto d’autore. Tutti questi strumenti di privativa trovano piena applicabilità al settore gastronomico e della ristorazione, offrendo una tutela ad hoc tesa a proteggere ricette ed estri creativi da possibili contraffazioni. Questo approccio all’offerta turistica ed alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare e culinario risponde pertanto alle esigenze di una contemporaneità che, da un lato, riconosce grande importanza alla qualità nutrizionale e, dall’altro, identifica l’esperienza turistica e gastronomica imprescindibilmente legata ad un rapporto insostituibile con il territorio, quale realtà da osservare, percorrere, respirare e gustare.
EN:
The tourist product consists in a pure experiential dimension that begins long before the moment lived in a place and which sees the involvement of the tourist through all the five senses; among the various concepts of tourist offers, however, there is one where taste and smell excel above all others: food and wine tourism, as an experiential tourist expression in which food and wine products become a mirror of the typical features of a territory and the latter plays a central role within a tourist offer dedicated to authenticity. In this vision of the tourist product, food is involved as a multisensory experience that is not just limited to taste, but becomes the result of an extemporaneous preparation capable of combining tradition and culinary innovation, to the point of beginning a real creative work. Translating the discussion from a legal point of view, even creative expressions in the culinary sphere can find support in the discipline of intellectual property law and in its institutions, such as trademarks, designs, patents, industrial secrets and copyright. All these proprietary tools are fully applicable to the gastronomic and resturant sector, offering a protection aimed at protecting cusine recipes and creative inspiration against possible counterfeits. This approach to the tourist offer and the enhancement of the agri-food and culinary heritage therefore responds to the needs of a contemporaneity which, on the one hand, recognizes great importance to nutritional quality and, on the other hand, identifies the tourist and gastronomic experience essentially linked to a indispensable relationship with the territory, as a reality to be ob- served, traveled, breathed and tasted.
PARTE II
NOTE E COMMENTI
La distribuzione selettiva di prodotti agroalimentari alla luce del reg. (UE) 2100/94 secondo la Corte di Cassazione. [nota a Corte di Cassazione, sez. I civ., sentenza 9 aprile 2024, n. 9429]
di Federico Coppola
ABSTRACT:
La sentenza di Cassazione, 9 aprile 2024, n. 9429 è intervenuta in un contratto in cui il concedente aveva ottenuto dal cd. breeder degli acini di uva di una varietà oggetto di privativa vegetale europea. All’interno del contratto era altresì presente una clausola di distribuzione selettiva che la Cassazione ha ritenuto nulla in quanto, ai sensi dell’art. 13, par. 3, Reg. (UE) 1994/2100, i frutti sterili di una pianta spettano al produttore, pertanto nessuna limitazione a questo diritto è permessa. Inoltre, detta clausola contrasta anche con le esigenze di produzione nazionale. La decisione non è condivisibile sotto molteplici punti di vista, poiché il fatto che il produttore sia titolare dei frutti non implica automaticamente la nullità della distribuzione selettiva, né, tantomeno, l’esigenza di produzione nazionale non viene compromessa.
EN:
The Italian Supreme Court, on April 9, 2024, in case No. 9429, intervened in a contract in which the grantor had obtained from the breeder some grapes of a variety subject to a European plant variety right. Within the contract, there was also a selective distribution clause which the Court of Cassation deemed void because, pursuant to Article 13, paragraph 3, Regulation (EU) 1994/2100, sterile fruits of a plant belong to the producer, so no limitation to this right is permitted. Furthermore, this clause also contradicts the needs of national production. The decision is not acceptable from several perspectives since the fact that the producer owns the fruits does not automatically imply the void of selective distribution, nor does it compromise the need for national production.
A proposito di una recente sentenza: considerazioni intorno all’istituto del livello [nota a Corte di Cassazione, sez. II civ., sentenza 6 novembre 2023, n. 30823]
di Raffaella Aimone
ABSTRACT:
L’Autrice, con il presente articolo, intende evidenziare, prendendo spunto dal recente Giurisprudenza, come il contratto di livello rivesta ancora caratteri di attualità, nonostante lo stesso non abbia mai trovato precisa regolamentazione giuridica. Nel tempo venne infatti semplicemente e progressivamente assimilato – al fine di una sua uniforme regolamentazione – all’enfiteusi. La recente Giurisprudenza chiarisce infatti come l’esistenza del diritto di livello debba essere provata mediante produzione dell’atto costitutivo o mediante apposito accertamento, non essendo sufficiente la mera allegazione di risultanze catastali. Prove che possono rivelarsi di difficile produzione proprio a causa delle caratteristiche dell’istituto.
EN:
Moving from recent case-law, with this article, the author aims at highlighting how the “contratto di livello” still has current features, despite the fact that it has never found precise legal regulation. Over time it was in fact simply and progressively assimilated – in order for its uniform regulation - to emphyteusis. The recent Italian case-law clarifies, in fact, how the existence of the right of “livello” must be proven by producing the original agreement or by means of a specific assessment, as the mere attachment of cadastral results is not sufficient. Evidence that may prove difficult to produce, precisely due to the characteristics of the institute.
PARTE III
DOCUMENTAZIONE
Osservatorio di giurisprudenza agroalimentare e ambientale 3/24
a cura di Vito Rubino, Giovanni Stangoni
Libri
Notizie sugli autori